Marcella Mencherini Arte e Volo


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L'ECO D'ITALIA (Argentina) - Romano Martinelli


Marcella Mencherini è una delle protagoniste nel processo di recupero della pittura per pittori. Per gente, cioè, che squadra il cavalletto quale il supporto di una fatica estetica anziché come il punto di intellettualismi o speculazioni più simili alla grammatica dell’esperanto o ai videogiochi che all’Arte.
L’emotività, privilegiata nei suoi dipinti, palesa l’appartenenza alla Toscana, per nascita e impostazione; la Mencherini entra assai spontaneamente in sintonia con l’osservatore consapevole dell’eterna ambivalenza della pittura nella coesistenza di ragione e mistero.
Fresca, vitale, la cromaticità fa scattare l’impulso alla contemplazione non intralciata da «paternali» visive come quelle erogate da espositori incapaci di fare a meno del lettino dello psicanalista, l’aritmetica elettorale o l’informale di comodo quando hanno un pennello in mano. I blu, i rosa, i grigi degli olii della Mencherini portano per mano lo spettatore attraverso la piacevolezza di immagini rasenti «l’Arte per l’Arte» e tuttavia accennanti una realtà ben oltre l’appagamento formale. Si tratta quindi di stilemi non molto diversi dalla macchia toscana, specie, in quanto prelude all’evanescenza di un certo impressionismo francese, ma la pittrice vi attinge, adeguandoli, a una personalità meno attaccata agli aspetti concreti della realtà. C’è un riallacciarsi alla grande tradizione italiana e insieme un muoversi verso esternazioni della propria individualità del linguaggio innovativo.

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